Alessandro
Stradella Nessuna notizia
ci è pervenuta sui suoi primi anni, i suoi studi e i maestri che lo istruirono
nella musica. Proveniva sicuramente da una famiglia patrizia originaria
della Lunigiana, ma trasferitasi a Nepi nella seconda metà del XVI secolo.
Sicuramente diede preoce prova del suo talento e a poco più di vent'anni
si era guadagnato una più che discreta fama come compositore di musica
sacra e di cantate profane, al punto di annoverare fra i suoi committenti
la regina Cristina di Svezia. Sempre in età giovanile iniziò a condurre
vita dissoluta: con un amico tentò di impadronirsi di denaro della Chiesa,
ma fu scoperto: scappò dalla città e vi ritornò solo quando si credette
al sicuro. Sfortunatamente, le sue numerose e scandalose relazioni amorose
cominciavano a fargli parecchi nemici fra i potenti della città, e dovette
pertanto lasciare Roma definitivamente. L'episodio senza dubbio più noto
della sua vita è quello che portò alla sua tragica morte. Nel 1677 Stradella
si recò a Venezia, dove un nobile lo ingaggiò quale insegnante di musica
per la sua amante. Ben presto Stradella si infatuò della donna e, quando
la loro relazione fu scoperta, dovette fuggire; il nobile pagò allora
una banda di sicari perché lo inseguissero e lo uccidessero, ma riuscì
a salvarsi. Si recò quindi a Genova, dove scrisse opere e cantate, ma
lì fu raggiunto da un altro assassino che lo pugnalò a morte in Piazza
Banchi. L'opera di Stradella ebbe una grande influenza sui compositori dell'epoca, sebbene la sua fama sia stata eclissata nel secolo successivo da Arcangelo Corelli, Antonio Vivaldi e altri. Probabilmente il suo più grande merito è stata l'invenzione del concerto grosso: sebbene Corelli nella sua Op. 6 sia stato il primo a usare questa denominazione, Stradella già usava questa forma in una delle sue Sonate per viole. Poiché i due si conoscevano, è probabile vi sia stata un'influenza diretta. Stradella scrisse almeno 6 opere, numerose cantate e oratori. Compose anche 27 pezzi strumentali, soprattutto per archi e basso continuo, generalmente sotto forma di sonate da chiesa. La sua vita movimentata e la sua morte violenta erano ovviamente esse stesse materiale per un'opera. Furono tre i compositori che scrissero infatti opere sulla sua vita, il più famoso fu Friedrich von Flotow, autore dell'Alessandro Stradella (1844). (Da Wikipedia) -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Francesco
Cilea ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Umberto Giordano è stato un compositore italiano che ha legato il suo nome ad alcune opere liriche entrate stabilmente nel repertorio internazionale. Dapprima bocciato all'esame di ammissione al conservatorio di Foggia, studiò poi con Paolo Serrao al conservatorio di Napoli e la sua prima opera - Marina - fu scritta per una competizione accademica; seguì Mala vita, dramma che ruota attorno a un lavoratore che fa voto di recuperare una prostituta in cambio della guarigione dalla tubercolosi. L'opera suscitò un certo scandalo quando fu rappresentata a Roma nel 1892. Giordano tentò un approccio più romantico con la sua opera successiva - Regina Diaz, del 1894 - che tuttavia non ebbe successo e venne rappresentata solo due volte. Il compositore si trasferì perciò a Milano, ritornando al verismo con quello che sarebbe diventato il suo lavoro più conosciuto, l'Andrea Chénier (1896), basato sulla vita dell'omonimo poeta francese. Anche Fedora (musicata nel 1898) si rivelò un successo e viene tuttora rappresentata frequentemente. Le opere successive di Giordano ebbero minore risonanza, anche se vengono riproposte saltuariamente in Italia e all'estero. Ascolta da Youtube l'aria "La mamma morta" da Andrea Chenier interpretata da Maria Callas, così come la racconta il protagonista del film Philadelphia (Tom Hanks) ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Alessio
Olivieri Alessio Olivieri era il Capomusica nel 2° Reggimento Brigata Savoia ed è noto per aver scritto la musica del famoso Inno di Garibaldi. Le parole dell'inno vennero scritte da Luigi Mercantini, lo stesso che aveva composto la poesia dedicata a Carlo Pisacane La spigolatrice di Sapri. L'inno fu presentato a Genova, sul finire del 1858, dopo che Garibaldi medesimo lo aveva invitato il 19 dicembre a scrivere un inno per i suoi volontari. Il testo venne intitolato da Mercantini La canzone italiana. E' uno degli inni risorgimentali più noti anche all'estero. Ascoltala cantata da Enrico Caruso ----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Orazio
Vecchi Orazio Vecchi eccelse nella composizione di madrigali, che sviluppò in una forma particolare, la “commedia madrigalistica”, nella quale più madrigali sono riuniti assieme per formare una storia completa e coerente. La forma aveva già avuto fortuna precedentemente con Alessandro Striggio, ma fu il Vecchi a portarla in luce e renderla una delle forme drammatiche più apprezzate nel tardo Cinquecento. Una delle miscellanee più riuscite è senz’altroto Amfiparnaso, che fu fonte d’ispirazione per tanti altri madrigalisti successivi, come Adriano Banchieri. Vecchi compose anche alcuni libri di canzonette, un’alternativa al madrigale, via di mezzo in serietà e complessità tra il precedente e la villanella. Scrisse anche dei madrigali serî, benché in quantità assai inferiore a quelli di Marenzio e della musica sacra. Quest’ultima mostra tendenze stilistiche molto vicine alla scuola Veneziana, con scritture a cori battenti e ritmate dal contrasto tra tempi bipartiti e tripartiti.
Pagina in costruzione
|